Un tè con Salvador Dalí
Dalí e il mondo del tè? A prima vista, sul web, non sembrano avere molto in comune. Mentre i suoi baffi all’insù popolano i feed di Pinterest e Tumblr, di immagini della serie Celebrities che amano bere tè ne trovi a malapena una. Ma nella rete come nella vita reale il genio catalano è unico e fa specie a sé. Come recita uno dei suoi aforismi più celebri: “Io non mi drogo, la droga sono io”, che ho parafrasato con: “Io non bevo tè, il tè sono io”. Perché sì, Dalí e il mondo del tè hanno un legame, ed è un legame stravagante, onirico e visionario come l’arte stessa del Maestro.
“50 dollari per aver interrotto il mio tea time. In contanti”
L’aneddoto lo racconta Alan Klevit, critico d’arte e colonnista americano, nel suo libro The Art Beat. Ecco il brano intero (la traduzione dall’inglese è mia):
Quel giorno indossava una camicia arruffata in pizzo bianco con uno spillo di diamanti e un mantello nero foderato di bianco che drappeggiava intorno alle spalle. Aveva un bastone da passeggio in lacca nera con un enorme manico in argento intagliato. Mentre sorseggiava il tè, teneva il mignolo rivolto verso il cielo mettendo così in mostra un anello ornato grande come una noce.
Un uomo si avvicinò al tavolo di Dalí e chiese: “Signor Dalí, posso avere il suo autografo?” Non era per nulla preparato a quello che accadde dopo.
“Non sono un ‘signore’. Sono il Maestro. Il prezzo per aver interrotto il mio tè e per ricevere il mio autografo è di cinquanta dollari. Cash.” Detto questo, Dalí posò la tazza e stese la mano con il palmo all’insù. L’uomo si girò per guardare, da sopra la sua spalla, la moglie. Lei annuì e lui posò tre banconote da venti sul palmo della mano di Dalí. Dalí le mise sul tavolo, tirò fuori una penna dal taschino della camicia e firmò su un tovagliolo che aveva di fronte. Rendendosi conto che Dalí non ha alcuna intenzione di dargli il resto l’uomo si allontanò, borbottando un grazie. Dalí fece un cenno al cameriere e gli diede le tre banconote da venti.
Alan Klevit, The Art Beat
12 eliografie per “Alice in Wonderland”, edizione limitata e autografata del ‘69
Nel 1969, la casa editrice statunitense Random House commissiona a Salvador Dalí la realizzazione delle illustrazioni per una piccola ed esclusiva edizione di Alice nel Paese delle Meraviglie. Il volume viene presentato come “libro del mese”. Contiene 12 incisioni fotografiche (eliografie), una per ogni capitolo, e un disegno in acquaforte per il frontespizio firmato dallo stesso Dalí.



L’edizione ’69 è una piccola perla per i collezionisti, ricercatissima. Attualmente il suo prezzo online si aggira intorno ai 12 mila euro… Gulp. Ma abbiamo buone notizie per chi ha un budget più modesto. Dopo più di un mezzo secolo, le preziose illustrazioni di Dalí tornano con l’edizione speciale del 2015 che la Princeton University Press ha pubblicato in occasione dei 150 anni del libro di Carroll.
“/…/ quale tributo migliore se non quello di prendere il testo finale che si è sviluppato nel corso della vita di Carroll e che è generalmente considerato, dai carrolliniani e dallo stesso Carroll, la versione più autentica e corretta, e abbinarlo alle splendide illustrazioni contemporanee di Salvador Dali, finora disponibili solo in una edizione straordinariamente rara e costosa? – scrive il presidente della Lewis Carroll Society of North America Mark Burston nell’introduzione che precede il libro (la traduzione dall’inglese è mia) – In questo modo riusciamo mantenere intatto il sapore ottocentesco, mentre voi, lettori del ventunesimo secolo, potete godervi le immagini di uno dei più significativi artisti del Novecento.”
Mark Burston in Alice’s Adventures in Wonderland
Oltre all’introduzione di Burston, il volume contiene l’articolo del matematico Thomas Banchoff, che ha avuto l’occasione di conoscere e collaborare con il Maestro.
L’omaggio a Dalí: le teiere d’arte di Noi Volkov
E per concludere, ecco due immagini delle teiere con i baffi daliniani realizzate dalla mano di Noi Volkov, ceramista e pittore russo noto per le sue ceramiche surrealiste.
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