Un piccolo thermos, una scatola porta tè e una gaiwan con due tazzine: basta davvero poco per gustare un buon tè in qualsiasi momento e ovunque si voglia. Anche su una panchina dei giardini di Via Palestro a Milano. Dall’incontro con Pier Paolo, ingegnere appassionato di tè e ciclismo, mi porto via, oltre all’intervista, quel sapore di semplicità e di quotidianità che il gesto di offrire una tazza di tè racchiude. Farsi un tè, infatti, è semplice come bere un sorso d’acqua da una fontanella pubblica, con l’unica differenza: finita la tea session, le foglie usate sono un ottimo concime per le aiuole della città.
Molti ciclisti si fermano per la pausa caffè. Perché non convertirla in una pausa tè? Impiegherebbe solo 3 minuti in più ma l’effetto della caffeina sarebbe più prolungato.
Pier Paolo

365 tealovers: Pier Paolo
Raccontaci brevemente di te e cosa fai nella vita.
Mi chiamo Pier Paolo, sono un ingegnere e alterno la mia vita fra una sgambata e una tazza di tè.
È nato prima l’amore per il tè o la passione per la bici?
È nata prima la passione per il ciclismo. La bici è il primo ricordo che abbiamo della nostra infanzia: le prime pedalate, le prime cadute.
Il tè è arrivato per caso. Mia mamma ha sempre bevuto tè verde e mi ha fatto conoscere il sencha. Da lì mi sono lanciato alla scoperta di questo mondo, in particolare negli ultimi cinque anni. Durante il periodo dell’università ho lavorato per tre anni in una sala da tè a Milano, La Teiera Eclettica. È stata una bellissima esperienza e mi ha dato lo slancio.

I tuoi primi ricordi riguardo il tè?
Il tè Ati pieno di zucchero e limone.
Su Instagram ti definisci un tea enthusiast. Quali sono gli aspetti del tè che ti entusiasmano di più?
A me del tè ha sempre interessato l’aspetto culturale e sociologico. Grazie a questa bevanda ho scoperto e approfondito la conoscenza su alcune regioni ed etnie del mondo. Ovviamente apprezzo anche il “linguaggio aromatico” del tè, insieme ai riti secolari e alle tradizioni che lo accompagnano, cambiando di Paese in Paese.

Tanta Cina e un po’ meno Giappone nelle tue tazze social. Quali sono i tuoi tè preferiti?
Per me, il tè va a periodo: dipende dalla stagione, dalla giornata, dal clima e anche dal mio umore. Questo, ad esempio, è il periodo dei tè verdi, in particolare quelli cinesi. Sì, ultimamente preferisco i tè cinesi in quanto ci sono più varietà. Più vado avanti nelle bevute e ricerche, più tè scopro.
Però c’è una costante: Tutte le mattine comincio la mia giornata con una tazza di tè nero e durante la giornata una tazza di sencha è d’obbligo. Se no ho come l’impressione che la giornata non sia andata bene.
Pier Paolo
Bevi tè anche quando vai in bici?
Sì, di solito preparo delle infusioni a freddo la sera prima, mettendo le foglie di sencha in una caraffa e lasciandolo in frigo una notte. Poi la mattina prima della sgambata lo metto nella borraccia. Ogni tanto aggiungo anche della polvere di matcha. Lo faccio più per effetto placebo, ho la sensazione che potrebbe darmi più energia.

Ah, toglimi una curiosità. Negli anni in cui ho lavorato in ArtedelRicevere, uno dei miti che circolava tra noi venditori di tè era: “Matcha è la bevanda preferita da ingegneri e studenti”… Tu cosa dici?
No, non credo. Non sono un grande amante del matcha. Ogni tanto lo bevo – quando sono veramente stanco e ho bisogno di tirarmi su – non sono un amante del caffè.
Ingegneria, ciclismo e tè: cos’hanno in comune? È facile coniugarli insieme?
Non ci sono punti in comune… E mentre è ancora facile mettere insieme i primi due – Ingegneria e ciclismo, – il terzo è difficile. Però c’è un aspetto del mio lavoro che in qualche modo può collegarsi con il tè: ossidazione.
Io mi occupo di corrosione e la corrosione è un processo di ossidazione. L’ossidazione è il processo principe grazie al quale otteniamo (quasi) tutte le varietà di tè.
Pier Paolo
Quanto al binomio tè-ciclismo, sto cercando di unirli. Mi spiego meglio: molti ciclisti si fermano per la pausa caffè. E allora perché non convertirla in una pausa tè? Impiegherebbe solo 3 minuti in più ma l’effetto della caffeina sarebbe più prolungato.
Qual è il tè ideale per i ciclisti?
Visto che è un trend direi il matcha. Credo che dipenda dai gusti del ciclista.
Ipotizziamo che tu decida di creare un rito del tè per ciclisti. Quali sarebbero le regole e gli strumenti della cerimonia?
Non credo ci sia la necessità di un rito del tè per ciclisti. Farsi un tè – che è la prima bevanda al mondo dopo l’acqua – è la cosa più semplice del pianeta. Basta una tazza, acqua calda e foglie.
Ti interessa di più l’aspetto chimico del tè (catechine, aminoacidi) o il lato “poetico” (aromi, sentori, ecc.)?
A me del tè interessa la persistenza, il retrogusto, cosa rimane in bocca alla fine dell’assaggio.
Sì, ci sono anche gli aspetti poetici nel tè… Ma mi fanno ridere alcune descrizioni dove si elencano sentori o aromi di piante fantomatiche, oppure espressioni e metafore tipo: “un caldo abbraccio”, “bevine un sorso e ti sentirai avvolto dalla freschezza della giungla” ecc.
Pier Paolo
I tè aromatizzati non li bevi, immagino.
No.
Fai altri usi del tè, oltre a berlo?
Ogni tanto lo mangio. Alcune volte le foglie di sencha le metto nell’insalata. Le foglie usate invece le metto nel frigo per coprire gli odori.
Che ne pensi del tè in bustina?
Pratico ma non lo uso mai. Basta davvero una tazza e via con le infusioni continue! O come ho letto, il Grandpa Style*.
* Grandpa Style è un termine presumibilmente coniato dal tea blogger Marshal N. Per fare il tè in stile Grandpa o nonno, bastano tre cose: delle foglie di tè, dell’acqua calda e una tazza capiente.
Il tuo motto sul tè preferito?
A cup of tea would restore my normality.
Douglas Adams
Vuoi svelarci i tuoi progetti “teini” futuri?
A breve, per ora sono top secret, seguitemi su Instagram (@engineerinteaory) e lo scoprirete.
Un consiglio ai nostri lettori tealover?
Non bevete il matcha latte…
Grazie del tè e della chiacchierata, Pier Paolo!

Alcuni link utili tratti dall’intervista
- @engineerinteaory, account Instagram di Pier Paolo
- ArtedelRicevere (Milano)
- La Teiera Eclettica (Milano)
- What’s grandpa style? (A Tea Addict’s Journal)
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