Anna Poian – Il tè merita di essere bevuto con tempo e con significato

Anna Poian, Mindful Teas

Mindfulness, anzi #mindfulness come l’hashtag che ha spopolato su Instagram persino più di #trump e, per fortuna, più di #ferragnez (rispettivamente 13m, 12m e 36k di foto). Ma come se la passa nella vita reale? E nel mondo del tè? Che cosa significa essere tea-mindful? L’ho chiesto ad Anna Poian (IG @mindfulteas) che, grazie al Bologna Tè Festival, finalmente ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere di persona.
Vi auguro una buona lettura e buon tè ♡ (con o senza zucchero/latte/limone/ecc., ma sempre con un pizzico di mindfulness 😉).

Anna Poian, Mindful Teas
Anna Poian al Festival del tè a Bologna.

365 tealovers: Anna Poian (Mindful Teas)

Raccontaci in breve cosa fai nella vita.

Un po’ per esperienza professionale, un po’ per esigenze, lavoro come ragioniera in una ditta di assicurazioni. Ma ho studiato scienze politiche e relazioni internazionali, con una particolare deviazione sulla regione asiatica: anche se professionalmente sono in un’altra strada, in realtà nel mio tempo libero continuo a dedicarmi quanto più possibile agli studi asiatici.

Come ti sei appassionata al tè?

Fin da bambina preferivo infusi o tè al caffè e al latte. Poi da “grande”, vivere a Londra mi fece diventare tè-dipendente e iniziare ad esplorare di più; penso sempre ai ristoranti cinesi a cui andavo con amici e in cui il tè verde al gelsomino era parte della cena (cosa per me mai vista prima, ma notai subito quanto fosse digestivo e piacevole). La svolta definitiva fu indubbiamente il primo viaggio in Asia, in Cina: il tè puro in foglia era dappertutto, tutti lo bevevano ad ogni ora del giorno, e nei contenitori più svariati.

Al tempo, una delle mie più care amiche viveva in Cina e la sua influenza è stata fondamentale: ogni suo ritorno in Italia era un’occasione per bere assieme i tè che riportava a casa, soprattutto wulong, alla cinese con set gong fu e in modo molto disteso.

Infine tre anni fa, per caso o per destino, incontrai Matsumoto e Simona di Kyoto Obubu Tea Farms in uno dei loro giri per l’Europa: immediatamente decisi di andare a fare uno stage da loro. Una volta là, fu chiaro per me che il tè era qualcosa di costante, importante e appassionante nella mia vita e non solo una bevanda.

Anna

LEGGI ANCHE → Simona Zavadckytė – Ci vogliono anni per sviluppare il palato per il tè

Sempre con Simona e Matsumoto avete fondato la Global Japanese Tea Association. Quali sono le attività e gli obiettivi dell’Associazione?

La Global Japanese Tea Association è un progetto nato dalla passione per i tè giapponesi e la voglia di condividerne tutto quello che ci gira attorno con più persone possibili. Possiamo dire che ci occupiamo di diffusione, educazione e connessione.

Potete seguire la Global Japanese Tea Association anche su Instagram.

I nostri obiettivi infatti sono principalmente 3:

  1. far arrivare informazione corretta alle persone che non conoscono direttamente il mondo dei tè giapponesi o non ne hanno facile accesso a causa della distanza e barriera linguistica;
  2. organizzare corsi tanto per professionisti quanto per semplici o grandi appassionati;
  3. e fare un po’ da ponte tra Giappone ed Europa, creando una comunità di amanti del tè giapponese.

Tutti noi tre fondatori ci occupiamo dei contenuti sul sito, newsletter e reti sociali e pian piano a seconda delle esigenze/conoscenze/situazione geografica ci dividiamo il resto. Io personalmente mi sto occupando degli eventi in Spagna (e quando possibile in Europa).

A proposito di Spagna: come è visto e vissuto il tè dagli spagnoli rispetto agli italiani?

Le similitudini sono molte perché in entrambi i paesi non c’è una tradizione del tè: culturalmente si predilige tanto il gusto quanto l’approccio e la velocità del caffè. Nonostante questo ultimamente, come in Italia, molte più persone stanno rivolgendo l’attenzione al tè molto spesso per le proprietà benefiche di cui si parla.

La mia opinione è che, in generale, la gente in Spagna sia più conservatrice: soprattutto a Madrid, non rischia o prova o sperimenta tanto con il cibo e le bevande quanto si possa fare da noi.

In Spagna non si è tanto disposti a dare valore economico a un prodotto di consumo come il tè, non si riesce ancora secondo me, ad apprezzare realmente il costo (lavorativo, economico, umano) che c’è dietro la produzione del tè. In Italia in questo senso siamo in generale più disposti a pagare nel momento in cui sia riconosciuto un certo valore.

Anna

D’altra parte però, forse gli spagnoli non sono tanto puristi come siamo noi italiani in fatto di gastronomia e bevande, quindi si potrebbe pensare che il mercato sia più ricettivo. E, allo stesso tempo, ci sono persone brillanti che ce la stanno mettendo tutta per diffondere la cultura e conoscenza del tè in modi davvero belli.

Mindful Teas: che cosa c’è nel nome?

Il titolo mi è arrivato un po’ così d’istinto, dopo una mattina passata nei campi a togliere erbacce dalle piante di tè per prepararle al raccolto.

Ho avuto e continuo ad avere la fortuna di conoscere persone (produttori, lavoratori) con una gran passione per quello che fanno e per la natura che li circonda, con un’attenzione eccezionale ed una istintiva cura tanto nella lavorazione dei loro tè come nel preparartene ed offrirtene una tazza. Tutte cose che si riflettono poi nel sapore stesso di quel tè, quando lo assaggi.

Mindful Teas fa riferimento a tutto questo: ai tè che “hanno significato”.

Anna

E anche a voler diffondere l’idea di prendersi un tempo che abbia valore: preparare e bere un tè richiede fermarsi un attimo.

Dal profilo Instagram di Mindful Teas.

Da un lato, nella vita frenetica in cui viviamo, ci dimentichiamo spesso dell’importanza che hanno le pause, i vuoti, l’assenza momentanea di troppi stimoli e distrazioni; dall’altro, con tutto lo sforzo che c’è dietro al procedimento che porta dalla crescita della pianta alla bevanda in una tazza, il tè merita di essere bevuto con tempo e con significato.

Il tuo IG personale, @gegiplanet, racconta la ricerca della bellezza (che riesci a trovare ovunque). Nel mondo del tè, cosa rappresenta per te il momento di massima bellezza?

L’unione tra la forza e meraviglia della natura con le capacità e passione dell’uomo. Il fatto che questa unione riesca a creare da una sola pianta qualcosa di così variegato, complesso e semplice allo stesso tempo, calmante ed energico, come una tazza di tè, è qualcosa che non smette mai di stupirmi.

Parliamo di letture. Hai qualche libro, rivista, blog da consigliarci?

  • For All the Tea in China di Sarah Rose, un libro tra i miei preferiti, narra l’avventura di Robert Fortune che va e gira una Cina proibita, rimane a bocca aperta davanti a tanta bellezza, riesce a rubare semi di tè ma anche ad introdurre in Europa altre specie botaniche stupende. Una tea adventure in tutta regola!
  • Seguo con entusiasmo i video di Mei Leaf (fanno un lavoro eccezionale e sono riusciti a creare una comunità online di tea lovers che si espande a vista d’occhio!),
  • seguo da anni con particolare affetto e ammirazione Tea and Mountain Journals di Jeff Fuchs (una finestra su una regione di mondo davvero speciale e che adoro, e un punto di vista, quello di Jeff, mai superficiale ma sempre semplice, approfondito e rispettoso),
  • do sempre un’occhiata a Five O’ Clock di Carlotta Mariani
  • e sono iscritta alle pubblicazioni di Global Tea Hut.

LEGGI ANCHE → Puerh is a very simple tea” – Jeff Fuchs (Bologna Tea Festival)

Seguo a bocca aperta molti profili Instagram, ce ne sono di divertenti, interessanti, bellissimi…. uno dei quali ovviamente è Primainfusione (@primainfusione). Ultimamente ho scoperto la nuova rivista Eighty Degrees Magazine (@readeighty), bellissima.

Dal profilo Instagram di Read Eighty.

Grazie per il generoso complimento che mi fai. 😊 Cosa pensi della professione di tea sommelier?

Dai tea sommelier che conosco, mi sembra che dia delle basi e una impostazione eccezionali su come imparare a distinguere e valutare sapori e aromi.

Quest’anno, al Festival del tè a Bologna hai portato, oltre ad un workshop sui bancha, le storie e i tè di Nepal; l’anno scorso ci avevi guidati nel mondo del matcha. Quali sono i prossimi tè e Paesi che ti piacerebbe raccontare?

Mi piacerebbe continuare a portare qualcosa dal Giappone, soprattutto adesso che la Global Japanese Tea Association è per me una costante. Allo stesso tempo, continuo ad essere affascinata da ogni tè; e ogni paese, zona, regione e persone che li producano. Ho un debole per “l’origine”, che è l’Asia.

Il workshop sui tè nepalesi che Anna ha tenuto al Festival del tè quest’anno.

Non so ancora cosa porterò l’anno prossimo, ma vi posso dire che a fine maggio sarò a Taiwan per un paio di settimane, per sbirciare un po’ il loro mondo del tè: chissà, magari ne uscirà qualcosa anche per la prossima edizione del festival.

Sarebbe bellissimo! La tua tea quote preferita?

Domanda difficile perché ne ho parecchie : )

Sicuramente una delle mie preferite è del monaco Thich Nhat Hanh:

Drink your tea slowly and reverently, as if it is the axis on which the world earth revolves – slowly, evenly, without rushing towards the future. / Bevi il tuo tè lentamente e con rispetto, come se fosse l’asse attorno a cui la terra gira – lentamente, imparzialmente, senza affrettarsi verso il futuro.

Thich Nhat Hanh

Un consiglio ai nostri lettori?

Dedicate al mondo del tè curiosità e pazienza. Fermatevi, godete il più possibile della calma che sa dare una tazza di tè. E poi, con energia e vitalità, andate a scoprire da dove quel tè proviene.

Grazie mille, cara Anna Buon viaggio in Taiwan e buona ricerca della bellezza!


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