Sua eccellenza il tè di Uji

Tea Picking at Uji; Tea Party at Yoshida Maruyama Ōzui (Japan, 1766-1829) Japan, 18th-19th century

Cos’è l’Ujicha e perché dovremmo conoscerlo

Ujicha, dicitura che in giapponese indica i tè provenienti dalla zona di Uji (Kyoto) è sinonimo di massimo pregio e qualità. Sarò sincera, non me ne sono mai incuriosita. Nel mondo dei tè giapponesi, all’origine controllata e garantita di solito preferisco l’avventura: anziché fare la vacanza sempre nello stesso posto, voglio andare in viaggio con InterRail, scoprendo e assaporando gli Ocha delle più svariate provenienze, da Kagoshima a Kochi, da Mie a Shizuoka, Saitama, ecc.
Un giorno però mi è capitata questa poesia:

Dalla collina di Toganoo, un cavallo fu condotto e là dove lasciò impronte degli zoccoli furono piantate le piantine, una per ogni impronta.

Tratto da un testo di Myōe Shonin inciso su un monumento in pietra all’ingresso al tempio Manpuku-ji di Uji

Grazie a quest’immagine delle impronte del cavallo, la prestigiosa dicitura Ujicha ha assunto ai miei occhi una sfumatura nuova. La promessa di una storia. Ed ecco cosa ho scoperto.

Tea Picking at Uji; Tea Party at Yoshida Maruyama Ōzui (Japan, 1766-1829) Japan, 18th-19th century
Tea Picking at Uji; Tea Party at Yoshida by Maruyama Ōzui (Japan, 1766-1829); Japan, 18th-19th century. Licenza: pubblico dominio, https://collections.lacma.org/node/191768

Due monaci giapponesi e una manciata di semi di tè cinesi

La coltivazione del tè in Giappone ha inizio, per opera di due monaci buddisti, nel periodo Kamakura (1185–1333). Nel 1191, Myōan Eisai porta al suo rientro dalla Cina in Giappone dei semi di tè e del Matcha. Pianta una parte di semi sul monte Seburi (oggi prefettura di Saga) e regala il resto al collega Myōe Shonin, monaco del tempio di Kōzan-ji a Kyoto. Myōe a sua volta decide di piantare il tè ad Uji (宇治), una piccola città tra Kyoto e Nara che, grazie alla vicinanza alle due ex capitali, nel corso dei secoli si sviluppa come importante centro culturale.

Durante l’epoca Muromachi (1392–1568), l’area di Uji acquisisce la fama della migliore regione giapponese per la produzione del tè. Il tè di Uji è anche chiamato honcha, “tè vero” per contraddistinguerlo da tutti gli altri, detti hicha, “non-tè”.

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Ma cos’ha di tanto speciale questa Uji?

  • Il clima. Grazie all’omonimo fiume, le condizioni climatiche di Uji sono ideali per la coltivazione di tè: la nebbia del fiume mantiene il clima umido e fresco ma mai gelido.
  • La politica. I più grandi politici dell’epoca quali Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi, Tokugawa Ieyasu, entusiasti fan della cerimonia del tè Cha No Yu, proteggono e sostengono i coltivatori di Uji. I vantaggi del loro patrocinio non si fanno attendere: le tecniche di produzione si evolvono, il commercio prospera e la reputazione dell’Ujicha cresce.

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Persino nel periodo Edo (1603–1868), quando il centro della politica si sposta da Kyoto a Tokyo, i coltivatori del tè Uji rimangono i fornitori ufficiali della famiglia dello Shogun. In effetti, la fama dell’Ujicha arriva intatta fino ai giorni nostri.

Come vanno gli affari in altre regioni giapponesi?

In Shimōsa (oggi prefetture di Chiba e Ibaraki) e in Shizuoka il tè è coltivato sin dall’inizio XVII secolo. I metodi di produzione, in confronto con Uji, sono piuttosto primitivi (foglie di tè essiccate al sole, poco controllo sul prodotto finale, ecc.). Ciò nonostante i contadini riescono a vendere piccole quantità di tè anche al di fuori della propria regione.

Missione Meiji: diffondere il know-how di Uji

Poi un giorno arriva una forza maggiore di nome Restaurazione Meiji (1868–1912) e TUTTO cambia: nella visione di un potente Stato moderno non c’è spazio per tè primitivi… Allora, a uno a uno i villaggi di Shimōsa e Shizuoka si trasformano in veri e propri tea lab che ospitano specialisti di Uji (e persino le raccoglitrici di tè), studiano ogni aspetto della produzione di tè e cercano di assimilarne ogni segreto. I workshop sono efficaci: a metà dell’epoca Meiji, in Shizuoka ci sono sufficienti specialisti locali che continuano poi a diffondere il know how nel resto del Paese. Happy end 🙂

LEGGI ANCHE → Kazuya Matsumoto e la via del tè naturale


Per approfondimenti

  • Cool Japan: A Guide to Tokyo, Kyoto, Tohoku and Japanese Culture Past and Present di Sumiko Kajiyama (2018)
  • Japan’s Protoindustrial Elite: The Economic Foundations of the Gōnō di Edward E. Pratt (1999)
  • Uji-Cha: Discovering Japan’s Rich Tea Culture at the Birthplace of Japanese Tea in Live Japan

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